L’agente cancerogeno è presente in almeno 2.300 edifici scolastici, ricorda l’Osservatorio nazionale amianto. A rischio la salute di alunni (oltre 350mila gli esposti) e docenti
Nelle scuole italiane è ancora presente l’amianto
In Italia l’amianto è ancora nelle scuole e a denunciarlo è l’Associazione culturale pediatri (Acp) che raccoglie 1.400 pediatri in 35 gruppi locali e ha lo scopo di promuovere la salute del bambino. A gennaio, in occasione del discusso ritorno in classe, l’organizzazione ha richiamato l’attenzione sulla presenza della fibra nelle scuole, nociva per la salute, sottolineando i ritardi delle bonifiche degli edifici ancora contaminati. “Come realtà avevamo iniziato a osservare lo stato degli interventi nel 2012”, spiega ad Altreconomia Vincenza Briscioli, medico pediatra di Acp. “Sebbene da quel momento siano stati fatti passi in avanti, siamo ancora indietro nelle bonifiche degli istituti. Tutti gli studenti possono essere considerati una popolazione a rischio ed è necessario lavorare sulla prevenzione”.
Secondo l’Osservatorio nazionale amianto (Ona), che raccoglie le segnalazioni dai territori, nel Paese sarebbero circa 2.292 le scuole non bonificate. Circa 356mila gli studenti esposti al materiale che provoca patologie come l’asbestosi (da asbesto, “che non si spegne mai”, un altro modo per chiamare l’amianto), malattia polmonare cronica, e il mesotelioma, tumore che colpisce il mesotelio, il tessuto sottile che riveste gli organi interni. A questa cifra si aggiungono altre 50mila persone tra docenti e personale scolastico.
A presentare un’analisi sulla situazione è stata anche Legambiente nel rapporto “Ecosistema scuola”, riguardante il rischio ambientale indoor, pubblicato nell’ottobre 2021. La ricerca ha preso in considerazione un campione di 6.156 edifici che insistono nelle città capoluogo di provincia: dal monitoraggio è emerso che l’amianto è presente nel 4% delle strutture esaminate. In particolare nel 6,9% delle scuole prese in considerazione nel Nord, nel 2,5% nelle Isole e nello 0,4% nel Centro-Sud. Piemonte e Liguria risultano essere le Regioni con la maggiore percentuale di contaminazione, mentre le più “virtuose” sono Abruzzo, Sardegna e Umbria.
Sull’urgenza di portare avanti le bonifiche, è intervenuta anche la Commissione europea: attraverso una direttiva emanata nell’ottobre 2021, ha chiesto a ogni Paese membro una valutazione che stimi la quantità e i tipi di materiali contenenti amianto da rimuovere da edifici e infrastrutture, dando priorità a scuole e ospedali. L’Unione europea ha inoltre richiesto una tabella di marcia per le operazioni, accanto a valutazioni intermedie dei progressi compiuti ogni cinque anni.
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Fonte: Marta Facchini su altreconomia.it
Foto principale: Jonas Jacobsson su Unsplash
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