Gestire il rischio in modo sostenibile
Mascherine lavabili o compostabili: news
Pomili Demolizioni Speciali Srl ha a cuore l’ambiente e conosce l’importanza della gestione corretta dei rifiuti. Per questo abbiamo già affrontato la necessità di mascherine sostenibili per non correre il rischio di riempire i centri di raccolta di rifiuti indifferenziati o, peggio ancora, di trovare questi dispositivi di protezione gettati ovunque.
Per spiegare che caratteristiche debbano avere le mascherine riutilizzabili, ormai in commercio in tipologie diverse, l’Istituto Superiore di Sanità il 9 maggio ha pubblicato dei chiarimenti sull’uso delle mascherine protettive lavabili e riusabili. Una mascherina lavabile non ha la stessa funzione delle mascherine chirurgiche né di quelle FFP1, FFP2 e FFP3. Secondo l’ISS, per essere utili:
Devono garantire una adeguata barriera per naso e bocca, devono essere realizzate in materiali multistrato che non devono essere né tossici né allergizzanti né infiammabili e che non rendano difficoltosa la respirazione. Devono aderire al viso coprendo dal mento al naso garantendo allo stesso tempo comfort.
Non sono richiesti particolari standard europei sulla produzione delle mascherine (cioè avere il marchio CE) e per questo si possono fare anche in casa. Sono ovviamente meno filtranti rispetto alle mascherine chirurgiche e a quelle con filtri FFP, ma possono comunque essere utili per ridurre la circolazione del virus nella vita quotidiana. Le mascherine riutilizzabili devono essere lavabili ad almeno 60 °C in lavatrice (non va superato il numero massimo di lavaggi consentiti segnalato dai produttori). Inoltre:
- vanno lavate dopo ogni uso;
- per indossarle vanno tenute per gli elastici con le mani appena lavate;
- non bisogna toccarle perché, in caso di mani non pulite, crescerebbe il rischio di contagio;
- per toglierle vanno tenute per gli elastici e ci si deve poi lavare le mani, con cura e per almeno venti secondi.
Per quanto riguarda invece mascherine monouso ma non inquinanti, un prototipo innovativo arriva dalla Toscana: si tratta di Arya, una mascherina monouso di cotone e cellulosa interamente compostabile. Il dpi è stato progettato e realizzato da Oroburro, agenzia di design di Lucca, con il Centro di Ricerca Rifiuti Zero Capannori e Zero Waste Italy.
È realizzata con un composto filtrante già utilizzato nell’industria alimentare a base di cellulosa e cotone, innocuo al contatto e ipoallergenico. È in grado di filtrare le particelle di saliva ma non è adatta per usi sanitari e assistenziali. Spiega Alessandro Salarpi, titolare di Oroburro
Facile da utilizzare e leggera, Arya può essere smaltita facilmente e, se per sbaglio viene gettata nell’ambiente, non arreca danno essendo bio-compostabile. (…) Abbiamo voluto trovare una soluzione che permetta di dotare tutta la popolazione di uno strumento idoneo al contenimento della diffusione del virus e allo stesso tempo che prevenga un disastro ambientale”.
Fonti: ilpost.it, noitv.it | Ph August De Richelieu – Pexels
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