Sempre più giovani della Gen Z soffrono di un disturbo definito dalla psicologia come “una paura cronica della rovina ambientale”.
L’aumento dell’eco-ansia
Sono sempre di più i giovani a soffrire di un disturbo psico-fisico chiamato eco-ansia, definita dall’American Psychological Association (APA) nel 2017 come “una paura cronica della rovina ambientale”. Il cambiamento climatico, infatti, non è solo causa di episodi di scarsità d’acqua, incendi o alluvioni, ma “sta erodendo la salute mentale su larga scala”. L’eco-ansia ha a che fare con tutt’altro: osservare gli impatti rapidi e irrevocabili dei cambiamenti climatici e preoccuparsi del futuro sono una fonte incontestabile di stress.
Secondo un sondaggio italiano pubblicato l’8 ottobre da Swg, istituto di ricerca triestino, i cambiamenti climatici sono in cima alle preoccupazioni dei giovani italiani. A indicare il clima in testa alle “realtà che preoccupano maggiormente” è stato il 64% del campione dei giovani della Generazione Z. L’eco-ansia ha 2 dimensioni principali:
- la preoccupazione di una catastrofe naturale imminente – alla quale si aggiunge il timore di sopravvivere;
- una sensazione generale d’ansia causata delle condizioni socio-ambientali del nostro pianeta.
“In generale i più giovani tendono a percepirla in maniera più forte”, afferma Susan Clayton, psicologa di conservazione al College of Wooster, che studia il modo in cui il cambiamento climatico influisce sulla salute mentale. “Penso che una delle ragioni sia semplicemente che i più giovani dovranno affrontare molti più effetti rispetto alle vecchie generazioni”.
E, per soddisfare gli obiettivi dell’Accordo di Parigi – un trattato internazionale messo a punto per limitare l’aumento del riscaldamento globale al di sotto di 1,5 ° C al fine di scongiurare le conseguenze più catastrofiche dei cambiamenti climatici – in media un bambino nato oggi deve emettere all’incirca una quantità 8 volte inferiore di anidride carbonica (CO2) rispetto a quella prodotta dai nonni!
L’ansia climatica non è necessariamente una brutta cosa per i bambini e può effettivamente metterli in guardia sulla necessità di dover affrontare un problema. Nessuna persona potrà mai risolvere da sola un enorme problema globale come il cambiamento climatico. Ma lavorare al fine di risolvere il problema può aiutare i bambini a sentirsi più responsabilizzati. “Aiutare i più piccoli a trovare cose che si possono fare per migliorare la situazione è un ottimo modo per abbassare i loro livelli d’ansia”, afferma la psichiatra Elizabeth Haase.
Sin dalla sua costituzione Pomili Demolizioni Speciali srl opera in campo ambientale secondo i principi di economia circolare e sostenibilità di ambiente e risorse, l’Azienda si pone come obiettivi prioritari della propria attività la tutela e la salvaguardia dell’ambiente e delle risorse, il rispetto della legislazione vigente e il miglioramento delle proprie lavorazioni.
Fonti: Stella Levantesi su wired.it e Gunlaz Khan su nationalgeographic.it
Foto principale: Li-An Lim su unsplash
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