Nei prossimi 20 anni ci aspetta una temperatura globale sopra 1,5°C?
Clima, 6° aggiornamento del Rapporto IPCC
Secondo il 6° aggiornamento del Rapporto dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change | Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico), ben sintetizzato dal portale Ipcc – Focal point for Italy, a meno che non ci siano riduzioni immediate, rapide e su larga scala delle emissioni di gas serra limitare il riscaldamento a circa 1,5°C o addirittura 2°C sarà un obiettivo complesso. Dal dossier emerge in modo inequivocabile che le emissioni di gas serra provenienti dalle attività umane sono responsabili di circa 1,1°C di riscaldamento rispetto al periodo 1850-1900. Aumento esponenziale che arriverà a determinare, secondo il Rapporto dell’IPCC, in incremento della temperatura globale di riscaldamento di 1,5°C o più.
Ad alcuni dei punti-di-non-ritorno (tipping point) viene associato un livello di probabilità basso (low confidence), che traduce l’incertezza della scienza in merito: non è chiaro, in base ai dati che abbiamo a disposizione e alla nostra capacità di interpretarli, se questi processi possono davvero avere conseguenze sistemiche. A questo gruppo appartiene, ad esempio, il potenziale rilascio di carbonio stoccato nelle foreste tropicali e boreali a causa di siccità e incendi.
All’estremo opposto, fra i tipping point climatici più critici (high confidence), troviamo lo scioglimento del permafrost. L’IPCC stima che sia sostanzialmente certo che questo processo causerà effetti a catena, innescando meccanismi di feedback che amplificheranno la portata del cambiamento climatico causato dal rilascio in atmosfera delle immense quantità di gas metano inglobato nel terreno ghiacciato. Meno certezza, invece, riguardo ai tempi e alla portata del fenomeno. Tanto che il metano liberato varia in una forchetta tra i 3 e i 41 miliardi di tonnellate per ogni grado di riscaldamento globale.
“Questo Rapporto riflette sforzi straordinari in circostanze eccezionali”, ha detto Dr. Hoesung Lee, presidente dell’IPCC. “Le innovazioni contenute in questo Rapporto e i progressi nella scienza del clima che esso riflette, forniscono un contributo inestimabile ai negoziati sul clima e ai processi decisionali”.
“È chiaro da decenni che il clima della Terra stia cambiando, e il ruolo dell’influenza umana sul sistema climatico è indiscusso”, ha detto Dr. Masson-Delmotte. Il nuovo Rapporto riflette anche importanti progressi nella scienza dell’attribuzione – la comprensione del ruolo dei cambiamenti climatici nell’intensificazione di specifici eventi meteorologici e climatici come ondate di calore estreme e precipitazioni intense.
Il Rapporto mostra anche che le attività umane hanno ancora il potenziale per determinare il corso del clima futuro. È chiara l’evidenza scientifica che mostra che l’anidride carbonica (CO2) è il principale motore dei cambiamenti climatici, anche se altri gas serra e inquinanti atmosferici contribuiscono a influenzare il clima.
“Stabilizzare il clima richiederà riduzioni forti, rapide e costanti delle emissioni di gas a effetto serra, e raggiungere emissioni nette di CO2 pari a zero. Limitare altri gas serra e inquinanti atmosferici, specialmente il metano, potrebbe avere dei benefici sia per la salute che per il clima”, ha detto Dr. Zhai.
Attendiamo la 2° e 3° parte del Rapporto in uscita nel 2022, con l’auspicio che i governi mondiali intensifichino l’operato al fine di una completa transizione energetica.
Fonti: IPCC Press Conference – 9 agosto 2021, IPCC Italia, Rinnovabili.it
Foto principale da Unsplash
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