L’emergenza ha rilanciato la necessità di investire in Italia in impianti di gestione dei rifiuti
Gestione dei rifiuti, economia circolare e Covid
Il lock down causato dal Covid ha evidenziato alcune lacune dell’economia circolare italiana, legate alla gestione integrata dei rifiuti urbani e speciali. Al momento infatti l’Italia è in larga parte dipendente dall’export dei rifiuti.
Secondo il vicepresidente di Utilitalia – Federazione delle imprese dei servizi pubblici nei settori acqua, ambiente ed energia, Brandolini, già alcuni anni fa il nostro paese
“si era trovato in difficoltà per lo stop cinese all’importazione di rifiuti provenienti da riciclo di bassa qualità: la soluzione che abbiamo trovato, molto all’italiana, non è stata quella di colmare le lacune nazionali ma di cambiare destinazione.”
Durante il lockdown però le frontiere di altri paesi in Europa si sono chiuse all’importazione di rifiuti in arrivo dall’Italia. Inoltre si sono fermate alcune filiere che recuperano energia dai rifiuti, come ad esempio i cementifici. È stato di nuovo evidente che nel nostro paese i siti dedicati alla gestione specializzata dei rifiuti, a fini di smaltimento o di ricavo di energia o materia seconda, sono insufficienti soprattutto al centro sud.
Impianti di gestione rifiuti per implementare l’economia circolare
È necessario un lavoro di pianificazione per studiare quali e quanti impianti nuovi realizzare e in quali aree: servono progetti moderni, coerenti con l’economia circolare e “rimodulabili” in caso di altre emergenze che alterino le consuete filiere del trattamento. Questi investimenti sono richiesti anche dalle direttive europee in tema di economia circolare. L’obiettivo Ue è infatti di arrivare entro il 2035 a riciclare il 65% dei rifiuti urbani ricorrendo alla discarica per al massimo il 10% dei rifiuti.
Una gestione corretta dei rifiuti potrebbe, inoltre, aumentare la produzione di biocombustibili supportando la transizione energetica. Secondo alcuni calcoli di Utilitalia e di Assoambiente l’investimento in impianti di trattamento dei rifiuti varrebbe tra i 7 e i 10 miliardi di euro, con ricadute positive per l’occupazione e per l’economia circolare dell’intera penisola.
La gestione dei rifiuti (speciali) è una delle attività di Pomili Demolizioni Speciali. È di fondamentale importanza potenziare in particolare il settore del trattamento, visto che, come ci ricorda la testata Greenreport, in questo momento
“i nostri rifiuti percorrono ogni anno qualcosa come 1,2 miliardi di km, l’equivalente di 175mila volte l’intera rete autostradale nazionale, prima di giungere in un impianto autorizzato a gestirli. Quando non finiscono direttamente fuori confine o, peggio, in qualche ammucchiati in qualche discarica abusiva bordo strada.”
Fonte: greenreport.it | Foto: Alessio Fabrizi
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